Claudia, in campo con un sogno: incontrare il “Liga”!

 

Varesina, vent’anni, studia (con profitto) per diventare fisioterapista come Martina Crimella, quella ufficiale del club che le cura da inizio anno. La passione per il volley l’ha portata a settembre alla TecnoTeam Albesevolley dove indossa la maglia numero 17 (ruolo banda) e dove sta crescendo di partita in partita (a Casale domenica la sua migliore in assoluto). Ma il sogno – neppure tanto nascosto visto che lo sanno ormai tutti – di Claudia Castelli è quello di poter incontrare un giorno il suo idolo, del quale è follemente innamorata: Luciano Ligabue. E così è stato facile chiedere a Claudia di aprire il suo libro dei ricordi svelando aneddoti e retroscena particolari su questa sua travolgente passione. E’ bastato fare il nome del rocker emiliano e lei ha accettato al volo. Ecco qui, allora, il racconto – fatto di suo pugno di ritorno dalla trasferta di Casale – di un amore che dura da anni e che la porta di tanto in tanto a presentarsi a Correggio nella speranza di poter strappare anche un solo sguardo del suo artista amatissimo.

castelli alla battuta

Due meglio di uno? Beh, allora due passioni nella stessa persona è perfetto. Gioco a pallavolo da parecchi anni (e questa è la prima passione), da quest’anno ad Albese. Sono una delle “teen” come direbbero le mie compagne, non troppo “teen” tra le fila dei fan di Ligabue invece (ecco la seconda passione).

Non vi preoccupate, non vi racconterò per filo e per segno i miei 7 concerti (8 in programma per quest’estate), dal 2009 ad oggi, anche se meriterebbero degna attenzione!!

arena di verona

Spiegare come può nascere una passione così forte mi è un po’ difficile… sapete quando siete incasinati fin sopra la testa, non ne potete più di nessuno per il lavoro o che altro e volete tornare a casa e basta a parlare con il fidanzato/a o sentite il bisogno di fare qualcosa per voi? Quando capitano a me questi momenti, pur di poco conto se volete, vado in taverna, accendo il dolby e metto un dvd di Ligabue (solitamente sette notti in Arena del 2008). Si isola il mondo. Sono incazzata: “i duri hanno due cuori, col cuore buono amano un po’ di più [..] col cuore guasto odiano sempre un po’ di più”; son giù di morale: “ niente paura, ci pensa la vita mi han detto così”; son triste: “quando tutte le parole sai che non ti servon più, quando sudi il tuo coraggio per non startene laggiù, quando tiri in mezzo Dio o il destino o chissà che, che nessuno te lo spiega perché sia successo a te”; son felice: “leggero, nel vestito migliore, senza andata ne ritorno, senza destinazione”. Potrei andare avanti all’infinito scrivendovi frasi per ogni momento, ma credo abbiate capito; quello che prima “non accettavo” lo vedo vissuto in un’altra persona e sembra quasi tutto più nitido.

Probabilmente sto buttando giù pensieri che suonano come frasi fatte. Può essere, non sono brava con le parole, non so descrivere Ligabue e soprattutto quanto di lui sento in me nonostante io di persona non l’abbia mai conosciuto.

bologna

A questo sto cercando di rimediare! Venerdì (dopodomani) andrò a Correggio, ovvero il suo paese natale, a sperare di trovarlo! Non vado alla sprovvista tranquilli, è già la quinta volta che torno nella “piccola città eterna” (la prima è stata il pomeriggio di Capodanno del neo 2010).

Andare a casa sua non è neanche l’unica “pazzia” (come dice spesso il nostro addetto stampa)…. all’esame di maturità ho cercato l’argomento che potesse coinvolgere Ligabue, e mi sono trovata all’orale a dover rispondere alla domanda “Ligabue nella tesina? Cosa c’entra?”. La domanda più bella in 5 anni di classico.

Adesso invece, ogni volta che ho un appello d’esame metto una delle sue magliette: stadi 2010 o Arena di Verona 2009 per queste occasioni. Senza maglietta non mi conviene neanche presentarmi, so già che andrà male!

con la mamma

Beh, i concerti ovvio… ma soprattutto Campovolo. Vi descrivo solo l’inizio della giornata: erano le 6 del mattino (e chi mi conosce sa bene che io non mi alzerei mai così presto se non per un motivo più che valido) e io ero in coda, in piedi, ammassata tra la gente da più di un’ora ad aspettare che aprissero i cancelli. Tutta quella coda per guadagnare la transenna sotto palco (un pochino mi si vede sul dvd se ce l’avete ;)) e 12 ore circa di attesa per guadagnare il concerto. Ma quanto ne è valsa la pena!! Io ve lo consiglio spassionatamente: fate una giornata di questo tipo, fate una giornata di questa intensità emotiva e non ve ne pentirete assolutamente!

Ho corso dietro a una macchina a San Siro perché avevo sentito dire dai bodyguard che su quell’auto c’era lui. Nel tour dei teatri del 2011, a Varese, ho urlato, dalle prime file, alla fine di una canzone: “GRAZIE LIGA” e lui mi ha risposto “GRAZIE”. Non vi sto neanche a dire come sono stata! Come non ha bisogno di spiegazione quando il 7 dicembre 2012, in occasione della consegna del “premio Chiara” a Varese, mi ha stretto la mano e mi ha autografato il suo libro “il rumore dei baci a vuoto”.

campovolo

Forse però la cosa più strana e “pazza” che mi sono trovata a fare, è stato scrivergli per posta elettronica dopo aver subito, due anni fa, il lutto per un mio compagno di scuola. Non so perché l’avessi fatto, non so cosa mi ha spinto a scrivere quelle parole a una persona mai vista e che non avrebbe mai letto nulla di quello che stavo per inviare ma l’ho fatto. Ovviamente non c’è stata risposta ma non me ne pento allo stesso modo!

Ho un santino (cioè una sua foto) nel portafoglio. L’anno scorso avevo “imposto” alle mie compagne anche il santino nello spogliatoio: ad ogni allenamento e partita mettevo sul mio appendino la sua foto e tutte prima di uscire salutavamo in nostro Lucianino. Era diventato talmente un santino che quando mi dimenticavo di tirarlo fuori dalla borsa mi prendevo pure il cazziatone dalle mie compagne e puntualmente succedeva qualcosa in partita o in allenamento!

Ah, ci terrei a dire che in tutto questo ho coinvolto anche la mia cara mamma che mi porta ai concerti e pazientemente sopporta, con il resto della famiglia e degli amici, questa mia mania!

Spero di non avervi annoiato troppo, “tenete botta” e ricordate “bisogna crederci, dovete correre il rischio di essere illusi, bisogna correre il rischio di passare per ingenui ma bisogna crederci” perché alla fine “sono sempre i sogni a dare forma al mondo”.

Ciao a tutti!

Claudia

(nelle foto, dall’alto verso il basso, Claudia e una amica con un fazzoletto appeso al balcone della casa di Giulietta e Romeo a Verona nel settembre del 2009, poi lo striscione usato per il concerto di Bologna del settembre 2010, quindi lei e la sua giovane mamma a Correggio, il paese del Liga, infine Claudia ed una amica al mega-concerto di Campovolo)

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